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Artificial Intelligence

Cloudflare dichiara guerra ai bot AI e ai Browser Smart

Lorenzo Fiori


Etica, SEO e la Ricerca tramite AI

Il mondo digitale è in costante evoluzione, e la "sfida" tra colossi come Google e Cloudflare nel campo dell'intelligenza artificiale ne è la prova! Siamo proprio in un'era digitale movimentata, dove il modo di trovare informazioni sta cambiando, grazie a nuovi strumenti che promettono ricerche super efficienti e mirate. Al centro di tutto questo? Una questione etica bella grossa: chi controlla e chi guadagna dai contenuti web usati per addestrare le AI? È un dibattito che ci fa capire quanto siano importanti questi "crawler" intelligenti e cosa significano per chi si occupa di SEO.

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I Browser AI come Comet di Perplexity

L'esperienza di navigazione e ricerca sta facendo passi da gigante. Se prima eravamo lì a digitare domande e a scorrere mille link, ora stiamo vedendo spuntare browser e motori di ricerca potenziati dall'AI che puntano a darci risposte dirette e riassunti pertinenti. Un esempio fantastico di questa rivoluzione è Comet di Perplexity.

Perplexity Comet (come tutti gli altri prodotti della sua categoria) non è il solito browser; è più un "motore di risposta" che va ben oltre il semplice elenco di link. Usa l'intelligenza artificiale per capire al volo la tua domanda, scansiona il web in tempo reale, mette insieme le informazioni da un sacco di fonti e ti presenta una risposta chiara e verificabile, spesso con le citazioni dirette delle fonti originali. Questo modo di fare promette di recuperare le informazioni in modo molto più efficiente, facendoti risparmiare un sacco di tempo e fatica!

Ma attenzione, questa efficienza è strettamente legata a come vengono addestrati i modelli AI e al rapporto con tutti quei contenuti web che li "nutrono".

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Contenuti, Soldi e Dilemmi Etici

Cloudflare, una delle aziende leader per l'infrastruttura e la sicurezza internet, ha fatto un annuncio importante sulla gestione dei crawler AI. La novità principale è che ora bloccherà questi bot per milioni di siti web, a meno che le aziende di intelligenza artificiale non paghino i creatori di contenuti per usare i loro dati. Questa mossa fa capire che chi pubblica articoli e contenuti di vario genere sul web è sempre più preoccupato che i suoi contenuti, il vero "carburante" per le AI, vengano usati senza un giusto compenso o riconoscimento.

Ma cosa è giusto e cosa è sbagliato in questa storia? Facciamo il punto:

Dal punto di vista dei creatori di contenuti: Molti dicono che è ingiusto che le aziende AI facciano un sacco di soldi con contenuti creati con tanto impegno e risorse, senza dare nulla in cambio. È un po' come se un editore pubblicasse un libro senza pagare l'autore, no? Il contenuto è la loro proprietà, e dovrebbe essere protetto e, perché no, monetizzato.

Dal punto di vista delle aziende AI: Loro ribattono che il web è nato per essere "aperto" e che i crawler hanno sempre indicizzato i contenuti per migliorare l'esperienza utente (esattamente come Google). Dicono che addestrare i modelli AI su enormi quantità di dati pubblici è fondamentale per il progresso tecnologico e per offrire servizi utili a tutti. E poi, alcuni pensano che la visibilità data dall'AI possa comunque portare traffico e riconoscimento ai siti originali.

La mossa di Cloudflare: Con la sua iniziativa "Pay Per Crawl" (paga per la scansione), Cloudflare cerca di rimettere un po' di equilibrio, dando ai proprietari dei siti la possibilità di decidere se e come i loro contenuti vengono usati per l'addestramento AI, e magari di ricevere un compenso se lo permettono.

Questa iniziativa di Cloudflare è un po' in contrasto con l'approccio di Google, che, pur avendo le sue AI come Gemini integrate nella ricerca, ora si trova a dover affrontare un dibattito più ampio sulla trasparenza e su come vengono gestiti i dati. La posta in gioco è altissima: si tratta di riscrivere le regole di come l'intelligenza artificiale può interagire con il web e come i creatori di contenuti possono proteggere e guadagnare dal loro lavoro.

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Cosa Sono i Crawler AI e Perché Sono Importanti?

I crawler web, chiamati anche spider o bot, sono programmi automatici che navigano in internet per indicizzare i contenuti dei siti. Tradizionalmente, questi bot erano usati dai motori di ricerca come Google e Bing per creare i loro indici, così i siti potevano apparire nei risultati di ricerca.

Ma con l'arrivo dell'intelligenza artificiale, è nata una nuova generazione di crawler. Questi non si limitano a indicizzare per la ricerca, ma vanno a caccia di contenuti web con lo scopo principale di addestrare i modelli linguistici (LLM) o di aiutare gli assistenti AI a darti informazioni. Alcuni esempi sono GPTBot di OpenAI, GoogleOther di Google e Amazonbot di Amazon.

Sono diventati importantissimi perché sono il meccanismo attraverso cui le AI imparano tutto ciò che serve per generare testi, rispondere a domande, riassumere informazioni e proporti prodotti e servizi.

Il Punto di Vista del Marketing: Nuove Sfide e Opportunità!

Per chi fa SEO, questa "guerra del web" e l'evoluzione dei crawler AI aprono nuove porte, ma anche qualche grattacapo:

Controllo dell'Indicizzazione: La possibilità di bloccare i crawler AI tramite Cloudflare o di usare il file robots.txt (anche se non tutti i bot lo rispettano sempre) diventa uno strumento fondamentale per i siti web. Devono decidere se vogliono che i loro contenuti aiutino ad addestrare le AI e, se sì, come ottimizzare per questa nuova forma di "indicizzazione".

Ottimizzazione per la Ricerca Generativa: Con l'AI integrata nei motori di ricerca (tipo Gemini in Google Search) e l'arrivo di "motori di risposta" come Perplexity Comet, i marketers non devono più pensare solo a parole chiave e link. Ora devono ottimizzare anche per la "comprensione contestuale" e per come i loro contenuti potrebbero essere riassunti o usati per risposte dirette. Questo significa puntare sulla chiarezza, sull'autorevolezza e sulla completezza delle informazioni.

Impatto sul Traffico: Una delle paure più grandi è che le risposte generate dall'AI possano far diminuire il traffico diretto ai siti. Se gli utenti ottengono risposte immediate dai chatbot o dai riassunti AI, potrebbero non sentire più il bisogno di cliccare sui link originali. I contenuti dovranno essere adattati per mantenere la loro visibilità, magari spingendo gli utenti a visitare il sito per approfondimenti o esperienze interattive.

Protezione del Brand e della Proprietà Intellettuale: I Marketers devono definire una strategia chiara su come proteggere la proprietà intellettuale e come il brand viene percepito nell'ecosistema AI. Bloccare tutti i crawler AI potrebbe significare perdere visibilità su nuove piattaforme, mentre lasciare la porta aperta a tutti potrebbe portare a un uso indesiderato dei contenuti.

Monitoraggio dei Bot: Diventa ancora più importante tenere d'occhio il traffico dei bot e distinguere tra i crawler "buoni" (quelli dei motori di ricerca classici) e i crawler AI che potrebbero avere scopi diversi, magari anche la raccolta "aggressiva" di dati.

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Essere "AI-Friendly": Un Must per le Aziende Oggi!

In questo scenario che cambia in fretta, c'è un punto cruciale che ogni azienda dovrebbe tenere a mente: essere "AI-friendly" è diventato praticamente obbligatorio! Pensateci bene: sempre più persone, prima di comprare qualcosa o scegliere un servizio, si affidano all'intelligenza artificiale per farsi un'idea. Magari chiedono a un assistente AI consigli sui migliori prodotti, o cercano riassunti rapidi su un'azienda. Se i vostri contenuti non sono "digeribili" dalle AI, rischiate di perdere un sacco di potenziali clienti che si basano, o che lo faranno in un futuro molto vicino, proprio su queste nuove fonti di informazione.

Quindi, per un'azienda, non si tratta solo di apparire bene nei motori di ricerca tradizionali, ma anche di assicurarsi che le informazioni sui propri prodotti o servizi siano chiare, precise e facilmente accessibili ai sistemi di intelligenza artificiale. È un po' come avere un commesso virtuale sempre pronto a parlare bene di voi ai clienti più moderni!

Implicazioni e Prospettive Future: Che succederà?

La "guerra del web" tra colossi come Google e Cloudflare, tutta incentrata sui crawler AI e l'accesso ai contenuti, segna un vero e proprio punto di svolta. Da un lato, l'intelligenza artificiale promette di rivoluzionare la ricerca e l'interazione online, offrendo esperienze più personalizzate e immediate grazie a strumenti come Perplexity Comet. Dall'altro, però, spuntano domande sulla proprietà intellettuale, su come compensare i creatori e su chi controlla l'uso dei dati.

L'iniziativa di Cloudflare di proporre un modello "Pay Per Crawl" e di bloccare i bot AI di default è un tentativo di rimettere in pari le cose, dando ai proprietari dei siti più controllo sui loro contenuti. Questo potrebbe scatenare una vera e propria battaglia tecnologica, con le aziende AI che cercano di aggirare i blocchi e i creatori che cercano di proteggere i loro contenuti digitali.

Il futuro del web e dell'AI dipenderà da come verranno risolte queste tensioni. Trovare un equilibrio tra l'innovazione spinta dall'AI e la protezione dei diritti e degli interessi dei creatori di contenuti sarà fondamentale. Trasparenza nell'uso dei dati e regole chiare per i crawler AI saranno essenziali per costruire un ecosistema digitale giusto e sostenibile, dove chi sarà davvero bravo avrà un ruolo chiave nell'adattare siti e strategie a questo scenario in continua evoluzione.

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